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Classifica complessiva:
Diciassette chilometri al 6% medio, con i suoi 1074 metri di dislivello è il versante più conosciuto, quello più transitato, quello della tappa del Giro d’Italia vinta da Alberto Contador nel maggio 2011.
Strada panoramica, asfalto liscio e ben curato, ricostruita di recente sopra la colata lavica del luglio-agosto 2001, proprio perché “giovane” è tenuta in ottime condizioni e scenograficamente molto accattivante. Muriccioli di pietra lavica la contengono per tutto il tragitto e nel corso di tutta la scalata, dal primo all’ultimo chilometro, pedalando hai la possibilità di vedere il tuo approdo: il Rifugio Sapienza appoggiato lì ai due terzi di montagna, nel versante sud spazzato dalla lava e quindi senza un filo di vegetazione.
Sali, scali e solchi un mare di magma, con il profumo di zolfo che ti accompagna pedalata dopo pedalata: è il versante dei catanesi, quello che collega più direttamente la città con la Montagna, quello che giù guarda il mare sul porto di Catania.
La salita inizia dura uscendo dal centro abitato di Nicolosi, non appena superata la rotonda del Palaghiaccio (a proposito: proprio alla rotonda si trova una fontana di acqua potabile che zampilla limpida tutto l’anno, ottima per riempire la borraccia) si sale al 7 per cento medio per circa due chilometri. Arrivati alla Pineta dei Monti Rossi che anticipa la cava di Nicolosi, la strada spiana per circa trecento metri e poi riprende a salire per circa due chilometri con pendenze tra il 4 e il 5 per cento.
E’ qui, siamo a quota 970 metri, che all’inizio di un lungo rettilineo cominci a vedere in tutta la sua maestosità la colata lavica, lunga più di dieci chilometri, che partendo da quota 2100, appena alle spalle del Rifugio Sapienza, mise in serio pericolo l’abitato di Nicolosi. Ecco: il versante Nicolosi-Sapienza solca proprio quella colata.
A quota mille cambia di nuovo la pendenza, perché i tornati che portano in poco meno che in due chilometri al ristorante Nuova Quercia superano per alcuni tratti il 10 per cento di pendenza, per poi finalmente spianare proprio davanti al ristorante. Se avete sete o fame approfittatene: perché poi da lì in su mancano ancora 10 chilometri di salita, quasi un’ora sotto il sole per un ciclista di medio livello e rimanere preda di una crisi di fame o disidratazione proprio a quel punto vi costringe poi a tornare indietro.
A questo punto, siamo a quota 1300 metri, la strada inizia una serie di tornanti ampi e curve panoramiche che mantengono sempre una pendenza costante sul 6 per cento e proprio al quinto tornante dopo il ristorante Nuova Quercia, quando sopra quota 1.450 metri l’aria si fa più fine e l’ossigeno comincia a scarseggiare Alberto Contador lanciò il suo micidiale attacco, che lo portò dopo 7,5 chilometri di azione travolgente al trionfo sul Piazzale Rifugio Sapienza. Gli ultimi 3 chilometri sono spesso sferzati da vento, che vista l’ubicazione dei tornanti, potrà essere a volte a favore e a volte contro, mai però così violento da impedirvi la scalata. L’Etna infatti è una montagna che attira venti, ma allo stesso tempo li smorza anche.
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